Salernitana, Iervolino fa mea culpa. Ma silura squadra, striscioni e stampa

Salernitana

Un’ora di conferenza stampa online per parlare a viso aperto a tutti i tifosi dei gravi problemi della Salernitana, ultima in classifica e protagonista di un girone d’andata fin qui da incubo. Il presidente Danilo Iervolino dopo giorni molto turbolenti non si è risparmiato, assumendosi la piena responsabilità del rendimento negativo della squadra ma riservando stoccate pesantissime a tutti. A cominciare dai calciatori accusati di scarso impegno in campo.

L’assunzione di responsabilità

“Provo grande disagio nel vedere la Salernitana ultima in classifica, non è una squadra costruita per stare lì. Abbiamo quasi 15 nazionali, giocatori esperti e giovani promettenti, provenienti da importanti squadre italiane ed europee. Ho profuso grande impegno e investimenti, ho a cuore i giocatori e le loro famiglie. Non meritiamo una squadra che non vuole sudare. La colpa è mia, le scelte di management e sugli investimenti sono state mie. Ma sono convinto che la squadra non sia stata costruita male. Questi sono gli stessi giocatori di giugno. Abbiamo chiuso a 42 punti lo scorso campionato sostituendo due giocatori con altri altrettanto forti, non credo che la campagna acquisti possa aver generato un disvalore del genere. Penso invece che quelli che sono rimasti abbiano deluso tanto”.

Calciatori svogliati e poco disponibili

“I problemi si annidano in un ambiente lacerato. Non si riesce a creare la giusta armonia, ci sono le fazioni, giocatori che non amano Salerno e che non vogliono stare qui. Abbiamo salari altissimi e calciatori dai cartellini costosi che hanno disatteso tutti gli impegni. Devono prendersi delle responsabilità, perché questa esperienza di Salerno potrà essere sportivamente parlando la tomba per molti di essi. La ricetta per risollevarsi? A gennaio andranno via tutti coloro che non vogliono restare e d’ora in poi saremo attenti a prendere esclusivamente giocatori con voglia di stare qui e di rendersi disponibili sempre. Abbiamo giocatori che se vengono sostituiti o non giocano si lagnano e si lamentano, cercano alibi. Questo è il più grande problema e la mia più grande responsabilità. Ce l’abbiamo fatta due anni fa, cercheremo di farcela anche quest’anno, abbiamo una rosa di valore importante che potrebbe cogliere risultati già nelle prossime partite. Io confido ancora in questa squadra”.

L’analisi della partita con il Bologna

“Un primo tempo molle, loro hanno approfittato di disattenzioni ed errori incredibili. Non so senza quegli errori come sarebbe finita. Poi abbiamo spinto tantissimo gli ultimi 20-25 minuti, 3 o 4 palle-gol nitide con cui avremmo potuto tranquillamente pareggiare. Le partite non sono a punti, puoi anche giocare male per 90 minuti e segnare due gol nel recupero come ha fatto il Cagliari, la mia analisi dalla partita non è nefasta come la vostra. Da quei minuti e da quella forza dovremo prendere spunto per affrontare le prossime”.

La contestazione e gli insulti

“Alla fine della partita c’è stata una contestazione da parte di un bel gruppo di tifosi che ha chiesto di parlare con la società. Si è presentato il dott. Milan che è l’amministratore delegato, mica una figura junior. Io non ero sereno, ero affranto e provato. Mandare un A.D. è un segnale già importante nel rapporto strutturale con la tifoseria. Non mi sembrava una mancanza di rispetto, non era mia intenzione, anzi. Ogni volta mi scuso quando le cose vanno male con tutti quei tifosi e quelle famiglie che vanno anche in trasferta, sotto l’acqua e magari devono tornare a casa disillusi e mortificati da prestazioni non all’altezza della squadra”.

“Poi è successa una cosa che non mi aspettavo. Quella di ricevere, con un’irriconoscenza incredibile, degli striscioni altamente offensivi che io giudico anche minacciosi, da una parte della tifoseria. Che non rappresenta certo tutta la tifoseria salernitana. Mi chiedono di metterci la faccia quando ce l’ho sempre messa. Mi chiedono rispetto ed umiltà. Beh, io penso ci sia un’allucinazione diffusa e tanta confusione in queste persone, nessun presidente ha rispettato questa tifoseria e questa città più di me quanto a impegni e azioni. Sono entrato in punta di piedi senza chiedere nulla in cambio, senza alzare la voce o offendere nessuno. Ho solo dato, non ho altri interessi nella città, non ho da rimproverarmi nulla. Non accetto minacce verbali né compromessi, non mi piego in maniera accondiscendente a questo modo di fare, se pensavano di ottenere qualcosa con quegli striscioni hanno sbagliato nettamente”.

Basta fake news dalla stampa

“Sono convinto che possiamo farcela, abbiamo bisogno di tifosi che abbiano a cuore la squadra, di energia positiva, che tutti remino dalla stessa parte. Ma questo vale anche per i giornalisti, leggo tutti i giorni notizie false che disorientano e distraggono. Leggo che avrei parlato con quel direttore o con quell’altro giocatore. In un momento così difficile, in cui c’è una parte della tifoseria a cui non piaccio improvvisamente, ci deve essere un atto di responsabilità anche da parte dei giornalisti, che devono scrivere cose verificate”.

Poi Iervolino ha risposto alle domande dei giornalisti collegati e non sono mancate frizioni.

“Mi auguro che le persone da cui è amato le facciano trovare sotto casa uno striscione con scritto pover’uomo e vigliacco, così capirà cosa si prova per questo troppo amore”, rivolgendosi sarcastico ad un giornalista che aveva provato a giustificare il contenuto degli striscioni, esposti in più punti della città negli ultimi giorni da alcuni esponenti della Curva Sud granata.

“La Salernitana non è una cooperativa sociale ma una squadra di calcio, un’industria importante. Chi offende in questo modo non riceverà mai nulla da me, sono un uomo gentile ma anche molto duro. Tutti gli haters avranno le attenzioni dei miei avvocati per difendere il buon nome mio e della mia famiglia.”

Fiducia in Inzaghi alla guida della Salernitana

“Ho detto al mister di mettere in campo chi vuole giocare, chi vuole sudare la maglia. Senza pensare alle gerarchie, al nome del calciatore, al patrimonio che sta gestendo. Gli ho detto che è libero di farlo, che ha carta bianca e autorevolezza. Parlo ai calciatori il giusto, gli ho fatto presente come si dovrebbe stare a Salerno. Qui si suda la maglia, l’Arechi deve essere un fortino in cui gli ospiti dovrebbero stare 20 minuti in apnea. Loro e non noi. Purtroppo abbiamo tanti stranieri che non vogliono neanche imparare la lingua. L’errore è stato prenderli, adesso non è facile ripartire e ristrutturare. Mi auguro che da qui a gennaio ci sia un sussulto di orgoglio, gran parte della responsabilità ce l’hanno anche i procuratori che ancora oggi bussano alla porta se i loro assistiti infilano tre partite buone consecutivamente. Fosse per me di calciatori ne cambierei immediatamente una decina, ma non si può. Dobbiamo stare insieme e migliorarci, io sono pronto a recuperare tutti”.

Il punto sul bilancio e sul mercato

“Anche quest’anno perderemo 25-30 milioni, una cifra iperbolica per chiunque in questo momento. Lo dico con chiarezza, sarà un mercato in attivo dopo quattro mercati in passivo, dovremo più incassare che spendere. Abbiamo tanti giocatori da cui trarre le risorse per poi poter investire. La campagna di gennaio dipenderà da tante variabili. Da quanti punti avremo, da quanta voglia avranno i giocatori di venire qui. È evidente che la squadra tra centrocampo e difesa abbia bisogno di rinforzi, abbiamo già pensato all’identikit di chi ci serve. Non so quanti soldi incasseremo e chi verrà, chiunque oggi sarebbe spaventato dall’idea di venire a Salerno”.

L’amarezza e le speranze future

“Errori? tanti. Forse ho dato troppo e generato troppo entusiasmo, nel calcio di oggi è più prudente essere cauti. Rifarei le stesse scelte perché qui a Salerno sono arrivati ottimi allenatori e direttori sportivi. Oggi il progetto mi vede più demotivato e meno carico, ma avrò sempre la stessa assunzione di responsabilità, lo stesso amore e lo stesso rispetto. Adesso sono più spento come tutte le persone che hanno sensibilità, non sto vivendo bene la situazione sia per i risultati che non arrivano, sia perché una parte della tifoseria ha deciso di interrompere quel rapporto bellissimo che avevamo e me ne farò una ragione. Ho le spalle belle larghe essendo diventato orfano di padre e madre velocemente e avendo perso un fratello, so quali sono le vere sofferenze. Non mi sarei mai aspettato di vivere questa situazione con la tifoseria, né che la Salernitana stazionasse lì in fondo, ma mi rimbocco le maniche. Perché è la storia della mia vita, pancia a terra e lavorare. L’unico modo che conosco per recuperare le energie e centrare un’altra storica salvezza”.

Né alibi né ridimensionamento della Salernitana

“Lo stato d’animo non deriva dalle vicissitudini politiche e amministrative, né dalle lungaggini sullo stadio e sull’area per il centro sportivo. No, solo dalla mancanza di risultati e dagli ultimi episodi che sono successi. Abbiamo speso 20 milioni, abbiamo trattenuto il terzo capocannoniere della Serie A, abbiamo preso giocatori da squadre europee. Su una cosa non posso essere rimproverato, gli investimenti. Non sarò stato bravo? È evidente, altrimenti non saremmo ultimi. Ma non ho ridimensionato un bel nulla, ho trattenuto tutti, ho preso altri giocatori. Siamo la decima squadra per salari, vuol dire che dovremmo arrivare in un range tra l’8° e il 12° posto, non ultimi. Cosa dovevamo fare di più? Mica mi sono disimpegnato? Ma nel calcio contano solo i risultati sul rettangolo di gioco. Se fai una squadra di tutti prestiti e di giocatori che perderai a giugno, e sei a metà classifica, sei un fenomeno. Invece il presidente che ha comprato i calciatori, creando una squadra importante, non capisce nulla. Il problema è che se non arrivano i risultati, tutto sembra sciogliersi come neve al sole”.

Nessuna volontà di mollare

Sto pensando di inserire nella società una figura carismatica, che possa serrare le fila e riportare entusiasmo. Non ho ricevuto nessuna offerta o proposta né tantomeno c’è qualche imprenditore che abbia pensato alla Salernitana, non c’è un imprenditore locale che ci abbia fatto da main sponsor di maglia, non c’è una società locale che si sia impegnata con noi nel merchandising, non c’è nulla di tutto questo. I salernitani e i tifosi dovrebbero tirare le somme di tutte queste cose”.

“Ho mantenuto tutti gli impegni e non c’è stato alcuno scollamento. Ho ancora entusiasmo ma devo dosarlo bene, dobbiamo credere nella squadra. Abbiamo quattro partite prima della fine dell’andata e siamo a 4 punti dalla salvezza, non vediamo tutto nero. Tutto deve girarci un po’ meglio, a partire dai torti arbitrali e dalla fortuna. Non mi fanno paura le sfide difficili, mi ritemprano. Salerno è una sfida difficile ma la voglio combattere. Non ho mai pensato di abbandonare e non ho mai detto che la Salernitana fosse in vendita, ho solo detto che potrei darla in mani migliori.”

Il rapporto con il direttore sportivo

“Stimo tantissimo De Sanctis, ha dato tanto alla Salernitana e si è impegnato molto, non gli sono riuscite alcune operazioni. Che gli volete rimproverare? Ha portato gente da Lille, da Nizza, dall’Atalanta, dall’Inter. Ma come ti liberi da un contratto in cui la prestazione di lavoro non equivale a ciò che tu avevi contrattualizzato? I calciatori hanno la certezza dello stipendio e possono non giocare, giocare male, non correre… spero che ci sia un sussulto d’orgoglio da parte di questi ragazzi. A giugno ho dato una pacca sulla spalla a Morgan complimentandomi. Ora è evidente che non sono contento, lo sa e gliel’ho detto. Io non giustifico nessuno, contano anche per me i risultati e quello che vedo. A giugno la squadra lasciava presagire un grande salto di qualità, mi sbagliavo e ne prendo atto. Sono il primo a perderci, ad essere disilluso, dispiaciuto e mortificato. Il calcio è anche questo, ma nulla è perduto.”

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