Bella chiacchierata tra il presidente della Lazio Claudio Lotito e il giornalista Alessandro Alciato nel programma “Storie di Serie A”, il format su Radio Serie A in collaborazione con RDS. Rispondendo ad una domanda riguardante il rapporto con Sarri, l’ex presidente della Salernitana è tornato anche sulla sua lunga esperienza alla guida della squadra granata, conclusasi in maniera agrodolce. La storica promozione in Serie A nel maggio del 2021 e poi la svendita del club all’ultimo momento utile alla fine dell’anno, dopo l’istituzione di un trust semestrale per consentire l’iscrizione della squadra alla massima serie.
“Cavalcata fino alla B, poi mi sono dovuto fermare”
“Ho preso la Salernitana in Eccellenza e l’ho fatta ripescare nei Dilettanti, pagando 350 mila euro a fondo perduto e grazie ad una norma che lo permetteva. Ho vinto la D, la vecchia C2, la Supercoppa. Poi ho vinto la Coppa Italia di serie C e la C1, sono andato in B. In B mi sono dovuto fermare perché altrimenti avrei dovuto vendere la squadra. Poi alla fine un giorno ho detto: basta, devo andare in serie A! Perché? Perché ho capito che la piazza era insofferente, ma soprattutto perchè c’erano dei giochi sul territorio che non mi garbavano più, come direbbe Sarri.”
“Il trust poteva ultimare il campionato”
“La cessione è avvenuta il 31 dicembre a mezzanotte meno un minuto, termine ultimo per poter alienare la squadra. Questo nonostante ci fosse una delibera della serie A votata all’unanimità che avrebbe permesso alla squadra di ultimare il campionato. Ed è stata svenduta, perché pagata 10 milioni. Tra l’altro mi mancano ancora dei soldi. Era una società che aveva 26 milioni di liquidità, un affiliamento bancario di 25 milioni mai utilizzato, circa 37 milioni di patrimonio giocatori, l’avviamento e tutto il resto, valeva 70-80 milioni. Venduta a 10 milioni. Questo dovrebbe far riflettere, nonostante io non fossi il gestore e ci fosse un trust totalmente indipendente. Tra l’altro i trustee in assemblea votavano sempre in modo diverso da come votavo io.”
“Lo sport deve essere gestito anche in modo illuminato, scevro da interessi personali”, la chiosa di Claudio Lotito prima di tornare al rapporto con il suo allenatore.