«La Scafatese non è in vendita». La puntualizzazione è del patron Vincenzo Cesarano, resa d’obbligo dopo gli sviluppi degli ultimi giorni. Lo stesso presidente dei canarini riavvolge il nastro per fare chiarezza.
«Ho incontrato in questi giorni l’amministrazione e i tecnici al lavoro. Ci sono ancora delle difficoltà burocratiche per lo stadio. Purtroppo, senza delle certezze che chiedevamo, ci ritroviamo frenati nel progetto, impossibilitati a poter costruire una squadra di vertice». Ma resta una certezza: la Scafatese non è in vendita.
Qualche “spiffero” è venuto fuori dagli incontri tra club e amministrazione, al punto che Cesarano ha dovuto respingere, nel giro di poche ore, «due offerte per l’acquisizione del titolo, provenienti da San Vitaliano e da Castellammare».
Una secca smentita, che tuttavia non limita le preoccupazioni dei supporters canarini sul futuro del vessillo gialloblu. «Nei prossimi giorni avremo delle nuove riunioni con l’Amministrazione. Qualora si reputerà di non poter proseguire con queste premesse, il titolo morirà qui, non verrà mai venduto ad altre città».
Dunque, tutto è legato allo sblocco dell’annosa vicenda legata allo stadio 28 Settembre 1943. Patron Cesarano, realista nell’analisi del momento, non chiude però le porte a soluzioni positive per il prosieguo della storia sportiva dei canarini. «La Scafatese è un bene di Scafati e della sua cittadinanza e non può essere svenduta al miglior offerente. Attendiamo fiduciosi per poter iniziare a progettare la prossima stagione agonistica».