La Givova Scafati, nella giornata di ieri, ha ufficialmente presentato Pino Sacripanti.
Nella sala stampa della Beta Ricambi Arena PalaMangano, è stato presentato ufficialmente ai media e ai tifosi il neo allenatore della Givova Scafati, coach Stefano “Pino” Sacripanti.
Presente anche il presidente Nello Longobardi, il primo a parlare e spiegare la scelta del nuovo coach. Queste le sue dichiarazioni: «Con coach Sacripanti abbiamo flirtato a lungo e finalmente siamo convolati sportivamente a nozze. Ma prima di tutto voglio ringraziare i coach Rossi e Caja per il lavoro che hanno svolto alla guida della nostra squadra. I 14 punti che abbiamo in classifica sono il frutto del loro lavoro con lo staff e la società. A Caja abbiamo dato il massimo supporto possibile, cambiando gran parte dei giocatori in organico, oltre alla coppia di assistenti. Dopo la partita persa contro Trento è venuto fuori un po’ di malumore che forse preesisteva da tempo e da cui sono poi scaturite le dimissioni del nostro allenatore, che abbiamo accettato. Coach Sacripanti è uno di quegli allenatori che già più volte ho provato a portare a Scafati; stavolta, quando ci ho parlato, era negli USA, ma ha dato sin da subito la sua disponibilità, mostrando grande interesse ed entusiasmo. Mio figlio Enrico lo ha caldeggiato come l’unico allenatore a cui affidare la squadra in questo momento così complicato ed io sono d’accordo con lui. Ora voltiamo pagina e guardiamo a queste prossime undici partite con rinnovata fiducia ed ottimismo. Se ci salveremo, sarà sicuramente confermato per la prossima stagione agonistica».
Sacripanti torna ad allenare dopo l’ultima esperienza con la Gevi Napoli
Queste invece le parole del neo tecnico Sacripanti: «L’unica cosa che ho chiesto a patron Longobardi quando ci siamo sentiti è se mi volesse realmente. Non siamo ad inizio anno, non posso scegliere giocatori e non posso fare la mia pallacanestro. Sono già trascorse 19 giornate e la squadra ha avuto numerose trasformazioni, quindi occorre unità di intenti e di motivazioni. Dobbiamo crederci fortemente, così come ci ha creduto Brescia che, dopo sei sconfitte consecutive in campionato, è andata a vincere con determinazione la Coppa Italia. Non sono qui a dire se sono bravo o meno, ma faccio il capo allenatore da 23 anni e so bene che in questo momento bisogna compattarsi tutti. Spero di avere il palasport pieno come nella finale dello scorso campionato contro Cantù. Spero di entrare in sintonia con l’ambiente sin da subito, perché occorre sinergia di intenti e compattezza per conservare la massima categoria. Vengo dopo due allenatori molto bravi e competenti, che hanno fatto molto bene ed ora ci sono undici partite da vincere con entusiasmo, fiducia e compattezza. Non posso gettare via quello che si è fatto finora, ma cambiare con buon senso ed intelligenza quelle poche cose che occorrono».