Un lungo sfogo attraverso i social, al culmine di un periodo nero non solo sul piano dei risultati e della classifica, ma pure sul versante dirigenziale. La US Angri sembra pronta a una svolta societaria dopo la doppia svolta tecnica.
Ad anticiparla è il presidente Gerardo Tortora, deciso a cedere il club grigiorosso, ma solo di fronte a un progetto serio, duraturo. A imprenditori che sappiano dimostrarsi motivati e “solidi”, così da garantire un futuro importante alla compagine doriana.
In questi giorni decisivi per il futuro dell’U.S. Angri 1927 e dopo tanto silenzio ritengo che sia doveroso per me parlare a tutta la collettività fatta di tifosi, simpatizzanti o semplici cittadini.
Probabilmente il passaggio della legale rappresentanza della società avverrà a breve come già vociferato e vista la mia disponibilità a che ciò avvenisse, manifestata negli ultimi mesi, circostanza che poi ha visto un rallentamento non imputabile al sottoscritto, il quale già nelle ultime due stagioni aveva permesso ad altri di entrare nell’organigramma societario e di rappresentare l’U.S. Angri 1927 verso enti, sponsor, tifosi approvando il lavoro svolto senza entrare mai minimamente nei dettagli e in tanti aspetti, seppur ciò sarebbe stato del tutto plausibile e necessario. Ultimamente si sono dette molte cose, sono uscite molte circostanze poco chiare di cui chi si è reso autore dovrà render conto dinanzi al popolo grigiorosso, ma adesso bisogna trovare una soluzione e dar vita ad una svolta.
In questo momento chiedo a chi subentrerà al sottoscritto di onorare in primis i propri impegni verso i calciatori che in questo primo scorcio di stagione sportiva hanno rappresentato i colori grigiorossi non lesinando mai sacrificio e sudore nonostante il posto in classifica e non meritano umiliazioni, rimproveri e ricatti di alcun genere.
Chi mi conosce bene sa che ho tanti difetti. Ho commesso tanti errori. Ma un merito su tutti mi attribuisco con orgoglio e presunzione: quello di aver consentito negli ultimi anni ad 11 casacche grigiorosse di scendere su tutti i campi. Anche quelli polverosi di Seconda Categoria. Anche lontano dal “Novi” con pochi irriducibili tifosi al seguito.
Senza mai badare all’incasso domenicale, senza grandi ricerche di sponsor, senza mai rinunciare alla passione di fare calcio nonostante ci fosse chi avrebbe potuto più di me e non lo ha mai fatto voltando le spalle dietro motivazioni banali perché chi vuole davvero il bene di qualcosa è pronto anche a sacrifici oltre a business e tornaconti personali. Senza mai aspettare che fossero gli altri a dare un contributo per i colori grigiorossi, ho contribuito sempre in prima linea con sacrifici economici e senza alcun interesse che non coincidesse con il bene del cavallino che porto tatuato sulla pelle.
Nonostante le tante porte sbattute in faccia ed i tanti rifiuti ai miei appelli, ho mantenuto in vita il calcio angrese assieme a pochissime persone a cui va, con immutata stima, tutta la mia gratitudine. Sicuramente in questo caso il mio pensiero va alla famiglia La Pepa, rappresentata da Valerio e Carmine ma anche dalla cordialissima signora, che mi ha supportato e sopportato sempre e comunque andando spessissimo anche contro le proprie idee di organizzazione e di gestione (questi autentici “signori” di altro stampo sì che hanno amato, e amano ancora ne sono convinto, il cavallino grigiorosso).
Dopo una trionfale cavalcata dalla Seconda Categoria all’Eccellenza, assieme a loro ho riportato la storica denominazione “U.S. Angri 1927” da tempo attesa dai tifosi.
Ad inizio anno calcistico mi ero dichiarato pronto ancora una volta ad accollarmi oneri ed onori della guida societaria per un’altra stagione sportiva carica di buoni propositi e speranze. Tuttavia, il rispetto di una gloriosa storia novantennale mi impone di anticipare ai tifosi che non ci sono più le condizioni affinché io mantenga questo impegno economico anche per il futuro.
È una scelta sofferta, partorita a valle di una lunga riflessione, che mai mi sarei augurato di arrivare a prendere ma che ora più che mai devo necessariamente prendere. Come dicevo, ho commesso tanti errori ma non posso più permettermi di perseverarne alcuni. Mantenere egoisticamente le redini di questa società sarebbe uno di questi ma nonostante tutto non si può rinunciare ad una gratificazione per quanto realmente fatto finora, che non resterà qualcosa di personale come sempre annunciato.
È giusto che coloro che più di me amano questa squadra e sono in grado di sostenere i nostri colori escano allo scoperto. Faccio io un passo indietro affinché ne facciano loro uno in avanti, ma desidero che siano persone davvero innamorate di Angri e dell’Angri 1927, lontane da personalismi e interessi, che gestiscano la società alla luce del sole con trasparenza, lungimiranza, rispetto verso i valori umani e sportivi.
S’interromperà la mia esperienza da Presidente ma non potrà mai svanire il mio amore viscerale per i colori grigiorossi che continuerò a sostenere fino alla fine dei miei giorni!
Sono pronto a lasciare la società a chi voglia fare calcio, a lasciare l’U.S. Angri 1927 in mani sicure, mani “operaie” di chi vuol costruire una società solida e forte, che torni protagonista.