Doccia gelata allo stadio “Diego Armando Maradona” per il Napoli. La Salernitana riprende gli azzurri con un gol di Boulaye Dia nei minuti finali del derby e beffa i tifosi partenopei accorsi in massa per festeggiare il terzo scudetto tanto atteso. La vittoria dell’Inter sulla Lazio in rimonta nel lunch match aveva fatto pregustare il trionfo a tutta la città, ma nessuno aveva fatto i conti con una Salernitana giunta al “Maradona” tutt’altro che da comparsa e con la voglia di vendere cara la pelle. Soprattutto dopo le vicissitudini e le polemiche degli ultimi giorni, con lo spostamento del match di 24 ore per motivi di ordine pubblico. La Salernitana ha risposto in campo senza timore reverenziale a chi ha dato per scontato il risultato sportivo.
Salernitana solida e compatta
I granata, provenienti da sette risultati utili consecutivi e dalla splendida prestazione contro il sassuolo, hanno offerto un’altra prova di solidità. Gli uomini di Paulo Sousa hanno sofferto inevitabilmente le sfuriate del Napoli sia nel primo che nel secondo tempo, ma hanno resistito con un’ottima organizzazione difensiva e non hanno mollato dopo il gol del vantaggio azzurro. La rete del pari di Dia ha bruciato il primo match-point del Napoli e ha regalato un altro punto prezioso in chiave salvezza.
Napoli senza spazi nel primo tempo
Il Napoli nel primo tempo non è riuscito a sfondare la retroguardia granata. Baricentro basso e continui raddoppi di marcatura su Kvaratskhelia – in particolare di Kastanos – hanno impedito alla squadra di Spalletti una manovra fluida. Paulo Sousa ha inizialmente rinunciato alla doppia punta, schierando il cipriota e Candreva alle spalle di Dia e Mazzocchi largo sulla destra. Il Napoli si è reso pericoloso di testa con Osimhen due volte e con Di Lorenzo, ma Ochoa è stato bravo a respingere sia il tentativo del nigeriano che una conclusione da fuori di Anguissa. I granata però non si sono fatti mai vedere dalle parti di Meret e Paulo Sousa nell’intervallo ha inserito Botheim per Candreva per dare maggiore peso all’attacco.
Olivera si sblocca di testa
Nella ripresa gli azzurri hanno accelerato il ritmo e Kvaratskhelia è salito in cattedra sulla fascia sinistra. Il gol è arrivato da calcio d’angolo, un preciso colpo di testa di Mathias Olivera su parabola del neo-entrato Raspadori che ha battuto Ochoa facendo esplodere i 55.000 del “Maradona”. Soluzione già vista contro il Milan, che questa volta ha sorpreso la retroguardia granata. Sousa è andato immediatamente a caccia del pari inserendo anche Piatek per Vilhena. Il Napoli però ha fallito più volte il raddoppio. Elmas con una serpentina fino all’area di rigore e il georgiano in corsa sono andati a pochi centimetri dal 2-0, mentre Osimhen ha impegnato ancora Ochoa.
Dia rimanda la festa ad Udine
A 6 minuti dal 90esimo il colpo di scena inatteso. Boulaye Dia ha estratto dal cilindro il guizzo del pari, rifilando un gran tunnel sulla fascia destra a Osimhen, entrando in area e lasciando partire un bel sinistro a giro che ha battuto Meret gelando lo stadio. Il Napoli si è riversato furiosamente in avanti e Spalletti ha inserito anche Simeone, che ha fallito una buona occasione. Ma Ochoa, impeccabile come al solito, ha respinto un’altra bella conclusione di Kvaratskhelia liberatosi sulla sinistra e poi ha bloccato l’ultimo tentativo di testa di Rrahmani, sigillando l’1-1.
Grandi applausi dall’intero stadio al fischio finale malgrado la festa sfumata, ma al Napoli basterà un punto a Udine nel turno infrasettimanale per riportare matematicamente a casa il titolo che manca da 33 anni.
[foto: Lapresse]