Una prestazione ben al di sotto delle proprie potenzialità. Così come già accaduto in altre gare dell’ultimo periodo, dopo la ripresa del campionato. Per il Real San Giuseppe la vittoria esterna contro Came Dosson sembra rappresentare un fuoco di paglia. Contro Todis Lido di Ostia, i gialloblu sono incappati ancora una volta in errori visti e rivisti. Soprattutto di concentrazione, che hanno portato la formazione ospite a capitalizzare al meglio le occasioni create. Gran parte frutto di qualche regalo di troppo dei vesuviani.
Non è servito il ritorno in panchina di Carmine Tarantino, tornato alla guida tecnica dopo 5 giorni dalle dimissioni. In campo il Real San Giuseppe ha dovuto sempre rincorrere, mostrando poco cinismo sotto porta. Sicuramente molto meno di quello evidenziato dal quintetto di Maurizio Grassi. Salas, Bocca e il solito Patias hanno per tre volte messo una pezza ai vantaggi firmati da Jorginho, Recasens e Nardacchione.
Ma dopo il gol del 3-3 al Lido di Ostia sono bastati 13 secondi per rimettere il “muso” avanti con un’ennesima distrazione difensiva. Per Tambani c’è una corsia preferenziale a sinistra e il numero 71 ospite non deve tirar fuori nemmeno una conclusione da antologia per piazzare il 3-4.
Dura da digerire la sconfitta, per una squadra che prima della lunga sosta sembrava aver ingranato la marcia giusta. Ma che ancora può sperare di acciuffare per i capelli la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia. Il 1° marzo c’è il recupero tra Came Dosson e Sandro Abate e solo una vittoria dei veneti potrebbe aprire al Real San Giuseppe le porte della manifestazione tricolore.
Nel frattempo, però, c’è da trovare i motivi per cui la squadra, dalla ripresa del torneo, sembra esser diventata la brutta copia di quella vista prima della sosta. Facendo quadrato, ricompattando le fila e ritrovando la verve giusta per provare a invertire il disastroso trend del 2022.